Dopo l´articolo dell´Espresso e la risposta di Libero il silenzio assoluto dei mezzi di comunicazione italiani scese sul libro "Sentire-Pensare-Volere", interrotto solamente dagli interventi delle riviste citate.
Nessun quotidiano se ne occupò, nessuna recensione apparve su organi di stampa più diffusi delle riviste "Storia & Battaglie" e "Storia del ´900": dopo tanto clamore iniziale le SS italiane caddero apparentemente nell´oblio, fino a quando nel luglio 2002 uscí il libro di Primo De Lazzari "Le SS italiane", Teti Editore.
Questo libro non è altro che un coacervo di citazioni tratte dalle fonti più disparate (e tutte di seconda mano), senza capo né coda, un calderone di fatti slegati fra loro e solo in minima parte riguardanti le SS italiane. Chiunque confronti questo libro con il nostro si accorgerà di chi fra Corbatti, Nava e De Lazzari è il pagliaccio e chi la persona (o le persone...) seria...
Quello che comunque va sottolineato è il messaggio che sta dietro l´uscita del libro di de Lazzari. In sostanza, e per farla breve, anche se il discorso meriterebbe un approfondimento più ampio, certi ambienti di sinistra, per loro natura intrinseca, nonché per ribadire una giustificazione della loro esistenza (come nel caso dell´ANPI, della quale non a caso de Lazzeri è esponente di primo piano), non potevano accettare il fatto che qualcuno, per la prima volta dalla fine della guerra, fosse riuscito a scrivere un libro sensato, basato su fonti inoppugnabili, a proposito di un argomento tanto delicato e scabroso quale le SS italiane. Era necessario pertanto un altro libro che in qualche modo lo sconfessasse, ricordando al mondo l´intrinseca malvagità delle SS italiane e dei fascisti in generale, e quindi l´intrinseca bontà di chi li combatté.
Che questo libro poi sia un calderone di notizie confuse, incongruenti fra loro e molto spesso semplicemente sbagliate non ha molta importanza, l´importante era di ignorare platealmente il nostro libro e invece porre di nuovo il timbro, posto a suo tempo dal libro di Ricciotti Lazzero e chiaramente sconfessato dal nostro, della cultura di sinistra su un argomento sul quale ritiene di avere il monopolio assoluto.
Peccato che questo tipo di libri, che cerca di riproporre e rinvigorire la "vulgata resistenziale", sempre più scricchiolante sotto il peso della ricostruzione storica obiettiva ed equilibrata, possa convincere solo degli osservatori superficiali e/o prevenuti: per tutti gli altri costituisce invece solamente un patetico tentativo di riappropriarsi di un pezzo di storia che invece è di tutti e che pertanto, come qualsiasi altro pezzo di storia, va ricostruita e narrata nel modo più obiettivo possibile.
Per chi preferisce ridere anziché piangere ecco qui due link di recensioni al libro di De Lazzari:
Recensione di Franco Giustolisi
Recensione di Saverio Ferrari, da "Liberazione" del 13.10.2002
Le recensioni si commentano da sole...
Per chi è interessato a un altro esempio lampante di faziosità, nonché a capire meglio la portata dei danni fatti da una ricostruzione storica totalmente falsata dall´ideologia, riportiamo qui un interessante scambio di e-mail con un giornalista del quotidiano di Bolzano "L´Alto Adige":
Scambio di e-mail con il dott. Mauro Fattor, gennaio 2006